mercoledì 7 febbraio 2018

La fine di un'epoca / The end of an era

AMALIA SORRENTINO
(1 aprile 1939 – 6 febbraio 2018)
Ogni epoca deve finire. Ieri è finita un’epoca per me.

Agosto e settembre del 1995, feci il mio primissimo viaggio in Italia. Avevo 24 anni. Non ero mai stato in nessun paese straniero. E mentre andavamo dall’aeroporto di Napoli alla casa della mia famiglia ospitante, provavo una sensazione stranissima. Non mi sentivo in vacanza; invece, sentivo che per 24 anni io fossi stato in vacanza e solo ora tornassi a casa.

Stavo con la famiglia Schettino – alla loro casa principale a Sant’Antonio Abate (in provincia di Napoli, vicino a Pompei), e alla loro casa estiva a Santa Maria di Castellabate (provincia di Salerno, sulla costiera cilentana).

Il patriarca della famiglia era il dott. Pasquale Schettino. La matriarca era la signora Amalia Sorrentino. Era una vera mamma – come tale, mi trattava come un vero figlio. Chiacchierava con me e mi dava la sua saggezza e condivideva con me alcune delle sue migliori ricette. Insisteva sul fatto che fossero semplicemente ciò – lei fermamente negava di essere una grande cuoca. “Oh no no no, faccio solo alcune ricette.” Ma che ricette erano! Cosicché voi sappiate ch’io non esagero: Un giorno eravamo in spiaggia a Santa Maria. Dissi: “Voglio sposare una donna che ha soldi come Pascà e cucina come Amalia!” Un’amica di famiglia rispose: “FORSE troverai qualcuna che guadagna come Pascà. Ma non troverai MAI qualcuna che cucina come Amalia.”

Amalia era intelligente, dignitosa e umile. Così umile che non avrebbe mai voluto che io scrivessi un lungo tributo a lei (sebbene potessi narrare molti ma molti aneddoti). Racconterò solo una storia che dimostra bene il suo carattere.

Un giorno, uscii da solo per esplorare un po’ Sant’Antonio. Andai in via Scafati, e alla chiesa parrocchiale svoltai a sinistra in via Roma. Entrai in un negozio che vendeva bric-à-brac molto carino. Comprai per Amalia un paio di statuette di angeli in ceramica. Tornai a casa, gliele diedi, e subito lei mi disse: “Oh no no no! Non mi devi comprare regali. Devi solo volermi bene.” Senza perdere un colpo – e senza dire una parola – si alzò, prese la sua borsa e uscì di casa. Forse una mezz’oretta più tardi, tornò con una moka Bialetti da 6 tazze e un blocco di caffè espresso macinato, e me li regalò. La primissima moka che io avevo mai posseduto!

In segno di rispetto per Amalia, ora metto giù la penna, ma solo dopo una frase finale: se il desiderio di Amalia era che io le volessi bene, quel desiderio è stato esaudito.

In Paradisum deducant te angeli.

Ultimo aggiornamento 26 agosto 2021
   Every era must come to an end. Yesterday, an era ended for me.

August and September of 1995, I made my very first trip to Italy. I was 24 years old. I had never been to any foreign country. And as I drove from the Naples Airport to my host family’s home, I felt this very eerie feeling. I did not feel that I was on vacation – I felt, instead, that for 24 years I had been on vacation, and now I was coming home.

I stayed with the Schettino family – at their year-round home in Sant’Antonio Abate (province of Naples, near Pompeii), and at their summer home in Santa Maria di Castellabate (province of Salerno, on the Cilento coast).

The patriarch of the family was Dr. Pasquale Schettino. The matriarch was Signora Amalia Sorrentino. She was a true mamma – as such, she treated me like a true son. She chatted with me and imparted her wisdom and shared some of her best recipes. She insisted that they were simply that – she steadfastly denied that she was a great cook. “Oh no no no. I just make a few recipes.” But what recipes they were! So that you know that I do not exaggerate: One day, we were at the beach in Santa Maria. I said, “I want to marry a woman who has money like Pascà and cooks like Amalia.” A family friend responded, “You MIGHT find someone who earns like Pascà. But you will NEVER find someone who cooks like Amalia.”

Amalia was smart, dignified, and humble. So humble that she would never want me to write a long tribute about her (although I could tell many anecdotes). I will tell only one story which well demonstrates her character.

One day, I went out on my own to explore Sant’Antonio Abate. I walked on Via Scafati, and at the parish church took a left onto Via Roma.  I went into a shop that sold very nice bric-à-brac. I bought Amalia a pair of ceramic angel figurines. I returned home, gave them to her, and immediately she said, “Oh no no no! You should not buy me gifts.  You should only love me.” Without missing a beat – and without saying a word – she got up, got her purse, and left the house. Maybe a half-hour later, she returned with a 6-cup Bialetti moka and a block of ground espresso, and gave them to me. The very first moka that I had ever owned!

Out of respect for Amalia, I now put down my pen, but only after one final sentence: if Amalia’s wish was that I loved her, that wish was granted.

In Paradisum deducant te angeli.

Last updated: 26 August 2021
Vesuvio visto da Sant'Antonio Abate. (foto: it.rentalia.com)
Mt. Vesuvio seen from Sant'Antonio Abate (Photo: it.rentalia.com)
Bialetti (Photo: pinterest)
Di tutte le ricette di Signora Amalia, questa ne era la mia preferita. (Questa foto è della versione mia.) Cliccate qua per la ricetta.
Of all of Signora Amalia’s recipes, this was my favorite. (This photo is of my version.) Click here for the recipe.

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